Mi ricordo i due mesi filati passati li, come i mesi della riscoperta. Mi ricordo le mattine d'attesa, il silenzio del pomeriggio, la furia delle sirene e la grazia della luce, d'improvviso farsi presenti, a ricordarmi la vita. Ho memoria di tutto, che le foto servono a questo e che quello è stato il tempo in cui ho sentito la città farsi chiara dentro me. Come a chiarirmi chi ero, cosa avrei dovuto essere, quello che diventerò.

18.09.2014
Spanish Harlem che é buio, si intasa di bambini che giocano come fosse sole. Io riconosco il modo in cui tutto mi gira attorno, come se la carezza che ti chiedono gli occhi di ciascuno, fosse la domanda di un dollaro da portare all’esistenza. C’è un tremore di fondo, un vociare familiare, le funeral house aperte, il catechismo da fare, i cinesi che si guardano le spalle, le Black Panther redivive, se le Black Panther potessero vedere. E ancora, donne che cucinano per strada, mariti che si giocano anche i dadi, femmine d’oltre confine, margini d’errore. Un esercito disarmato e feroce, incantevole e brutale, fermo li, a proteggere il caos che regola tutto. Il desiderio di credere che questa sia ancora Manhattan. America, ancora.