Mi ricordo i due mesi filati passati li, come i mesi della riscoperta. Mi ricordo le mattine d'attesa, il silenzio del pomeriggio, la furia delle sirene e la grazia della luce, d'improvviso farsi presenti, a ricordarmi la vita. Ho memoria di tutto, che le foto servono a questo e che quello è stato il tempo in cui ho sentito la città farsi chiara dentro me. Come a chiarirmi chi ero, cosa avrei dovuto essere, quello che diventerò.

07.09.2104
Union Square, mezz’ora dopo l’assemblea, Michael Brown, trafitto da un proiettile bianco continua ad occupare la piazza. Io attraverso gli occhi di tutti, i corpi di ciascuno, la commozione che anima le voci, questo fare politico che è esercitare umanità, questo fare rumore che è fare giustizia, fare uguaglianza. Noi che ridiamo dell’America. Noi. Europei, bianchi, occidentali, secolarizzati, millenari, pacificati. Noi che abbiamo perdonato i tedeschi, costituzionalizzato l’equit, inventato la socialdemocrazia. Noi, ripensati da qui, tra gli scacchi della sera e gli Hare Krishna delle sette, tra le bandiere a strisciare di rosso e le stelle imminenti non siamo altro che un’idea d’uguaglianza, un’idea di giustizia. Un’idea scritta dai padri. Perché i figli potessero dimenticarla.