Mi ricordo i due mesi filati passati li, come i mesi della riscoperta. Mi ricordo le mattine d'attesa, il silenzio del pomeriggio, la furia delle sirene e la grazia della luce, d'improvviso farsi presenti, a ricordarmi la vita. Ho memoria di tutto, che le foto servono a questo e che quello è stato il tempo in cui ho sentito la città farsi chiara dentro me. Come a chiarirmi chi ero, cosa avrei dovuto essere, quello che diventerò.

25.09.2014
New York piove di corsa. Si ferma e si aggiusta. Ad ammaliarsi di specchi interminabili sul cielo, di gambe inghiottite in basso, pani moltiplicati, pesci inanimati. Quando tutto si calma, tutto ritorna. Io, immobile alla finestra di un caffè fatto freddo, realizzo l’attimo dopo essere stato nel nulla, d’esserci stato davvero. Ad attendere una probabilità, a fomentare il caso, a partecipare, con ogni parte di me salvo me stesso, a ciò che mi circonda, mi ammalia, mi disanima. Quando tutto si calma, tutto ritorna.